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L’equipe
Vuoi sapere chi siamo?
ECCOCI:


AREA CLINICA
Sono iscritta all’albo dell’Emilia Romagna, laureata in Psicologia clinica e di comunità a Torino (2015) con un lungo periodo di post-formazione e lavorativo all’Università di Santiago de Chile dove il seme degli studi sull’intersezionalità e decolonialità hanno cominciato a germogliare nella mia attività professionale. Tutte le mie irrequietezze su come la salute mentale potesse denunciare un sistema patriarcale e violento si sono tradotte nella nascita del progetto di Rizoma che fondiamo nel 2021. Ho terminato nel 2023 il master in “Psicoterapia Femminista” con approccio costruttivista e sistemico all’Universitat di Barcelona. Attualmente i miei studi ed interessi si orientano sulla proposta di una Terapia Queer e sulle Non Monogamie Etiche.
Sono inoltre mediatrice artistica per la trasformazione sociale e l’inclusione, formata all’Universitat di Barcellona (2020). L’arte come strumento di comunicazione nei gruppi è un’altra delle dinamiche che mi interessa esplorare nella mia attività professionale. Ho organizzato laboratori espressivi di gruppo su diverse tematiche (Psicologia e Genere, Emozioni e Genere, Corpo, Sessualità, Stereotipi e Mandati di Genere).
Ricevo nel mio studio a Martina Franca (TA) ed on line in percorsi di accompagnamento psicologico individuale, di coppia/troppia e (s)famigliare.
ANCORA SU DI ME
Vi racconto della mia passione per le storie, ma non quelle dell’eroe della Marvel e neanche della Barbie emancipata, io voglio avere cura delle storie alternative, quelle che parlano di fallimenti, di marginalità sistematica, di esclusione ed incomprensioni. Quelle storie reali e sorprendentemente corali, dove lə personaggə hanno bisogno di essere vistə, riconosciutə, e le loro storie ri-narrate. Offro il mio punto di vista professionale per poter valorizzare queste storie, non a caso silenziate, e poterle portare alla luce in percorsi di consapevolezza ed affermazione personale.
Costruiamo insieme nuove contro-narrazioni.
Vi racconto della mia passione per le storie, ma non quelle dell’eroe della Marvel e neanche della Barbie emancipata, io voglio avere cura delle storie alternative, quelle che parlano di fallimenti, di marginalità sistematica, di esclusione ed incomprensioni. Quelle storie reali e sorprendentemente corali, dove lə personaggə hanno bisogno di essere vistə, riconosciutə, e le loro storie ri-narrate. Offro il mio punto di vista professionale per poter valorizzare queste storie, non a caso silenziate, e poterle portare alla luce in percorsi di consapevolezza ed affermazione personale.
Costruiamo insieme nuove contro-narrazioni.
AREA CLINICA
Ho esperienza di ricerca e lavoro con famiglie, coppie (eterosessuali, omosessuali, poliamorose ecc.), adolescenti ed adult*. L’approccio che utilizzo è sistemico: si ricercano modalità affinché la persona possa sviluppare strumenti per affrontare le problematicità che il contesto di vita propone/impone piuttosto che concentrarsi sulla patologia del singolo. Penso sia essenziale integrare, per uno sviluppo ecologico, le nostre emozioni i nostri pensieri e le azioni che pianifichiamo.
ANCORA SU DI ME
Propongo una clinica sensibile alle tematiche sviluppate dagli studi di genere, le quali mi portano a creare un ambiente di lavoro attento ed accogliente nei confronti delle differenze. Ritengo necessario, nel lavoro clinico, scardinare e mettere in discussioni stereotipi e pregiudizi che la cultura ci ha lasciato in eredità per poter orientarsi in un mondo in costante evoluzione.
Ho lavorato in Cile in programmi di violenza intrafamiliare e nella professione privata, seguendo sia famiglie (con un gruppo interdisciplinare), che a adult* e adolescent* individualmente. Penso che la psicoterapia sia il frutto di un lavoro collettivo e che non possa prescindere dal contesto sociale in cui ci si trova.
Sono cilena e mi identifico con il pronome lei. Ho deciso di continuare i miei studi, iscrivendosi al corso di comunicazione Interculturale, per avere un approccio interdisciplinare, in cui possano trovare spazio tanto la sociologia quanto l’antropologia.
Sono convinta che ogni azione quotidiana ha un senso politico e quindi che tematiche come studi di genere, anarchia relazionale, migrazione e antispecismo debbano sempre trovare spazio nella conversazione.
AREA CLINICA
Mi sono laureata in Psicologia Clinica presso l’Università di Urbino.
Al di là della dimensione più strettamente istituzionale, nel corso della mia formazione personale e professionale ho avuto modo di confrontarmi con vari contesti e ambiti: dalla studi di genere, alle tematiche poliamore e non monogamie etiche, alle pratiche di livello individuale, di coppia e di gruppo a Bologna ed on line.
ANCORA SU DI ME
Ciò che più mi muove è la curiosità e la cura per i tanti e diversi modi in cui ogni persona si situa nel mondo con le proprie emozioni, desideri, bisogni e sulla base di questo costruire insieme un percorso per dare spazio e valore a tutte le sfumature di sé; dove questo situarsi, questo “abitare lo spazio” non è qualcosa di statico e immutabile ma un movimento dinamico e in continua trasformazione, che ha radici e rami sia in una storia individuale sia in un discorso collettivo.
Descrivo il mio approccio come sensibile alle diversità di genere, sessuali e relazionali (GSRD). È da sempre stata fondamentale per me il posizionamento come attivista nelle mie attività di ricerca e nella pratica clinica. Ho compiuto percorsi professionalizzanti per il lavoro con persone lgbtqia+ vittime di traumi relazionali e collettivi, integrando sempre più pratiche di cura mirate a favorire l’acquisizione di un maggiore senso di sicurezza nello stare al mondo. Oggi mi rivolgo in particolare alle persone appartenenti a popolazioni marginalizzate, in particolare persone trans binarie e non binarie, gender expansive, questioning, retransizionanti.
Sono originariə di un piccolo centro dell’Italia meridionale, per gli studi universitari mi sono traferitə nella città metropolitana di Roma, dove attualmente risiedo. Credo nella responsabilità che lɜ professionistɜ della salute mentale hanno di promuovere il benessere dell’essere umano e della società stessa in cui esso vive. Attraverso la relazione terapeutica, penso che la persona possa rivelarsi e scoprire nuovi modi di “essere” con sé stessə e lɜ altrɜ.
Formazione
Mi sono laureata al DAMS all’Università di Bologna (2013) con una tesi finale in Psicologia dell’Arte. Ho approfondito la mia formazione in ambito artistico a Firenze presso la Scuola Internazionale di Fotografia (2015) e qualche anno dopo ho proseguito gli studi all’Universidad de Chile, dove mi sono specializzata in Arteterapia (2021).
Attualmente sto approfondendo la mia formazione in Arte e Genere – a distanza- in Spagna.
Mi schiero dalla parte dell’Artivismo perché sono convinta che la libera espressione artistica permetta di sfidare le norme sociali per amplificare le voci emarginate e stimolare il cambiamento.
Professione
Lo spazio arteterapeutico offre la possibilità di dare forma alla propria storia e tingerla con creatività, senza dover performare o rientrare in un canone estetico prestabilito.
Lavorare come arteterapeuta incorporando uno sguardo di genere implica tenere sempre in considerazione la struttura della società in cui viviamo, i suoi privilegi e le sue oppressioni; le esperienze vissute in una società patriarcale causano enormi danni e le terapie espressive rappresentano una risorsa per comunicare idee ed emozioni e rielaborarle.
Le persone con cui lavoro sono prevalentemente adulte o adolescent* che -in base alle loro necessità- decidono se intraprendere un percorso individuale o di gruppo.
Tra tante altre cose, sono una Nutrizionista Transfemminista.
Quando nel 2014 ho finito la formazione universitaria in Argentina ero molto frustrata dal ruolo tradizionale richiesto dalla mia professione quindi ho deciso di seguire la mia strada e cambiare il corso di ciò che mi era stato “insegnato ad essere”.
È stato così che ho acquisito altre prospettive:
sociali, comunitarie, transfemministe, queer…
Allo stesso tempo mi sono formata per accompagnare processi individuali e collettivi.

AREA CLINICA
Ho esperienza di ricerca e lavoro con famiglie, coppie (eterosessuali, omosessuali, poliamorose ecc.), adolescenti ed adult*. L’approccio che utilizzo è sistemico: si ricercano modalità affinché la persona possa sviluppare strumenti per affrontare le problematicità che il contesto di vita propone/impone piuttosto che concentrarsi sulla patologia del singolo. Penso sia essenziale integrare, per uno sviluppo ecologico, le nostre emozioni i nostri pensieri e le azioni che pianifichiamo.
ANCORA SU DI ME
Propongo una clinica sensibile alle tematiche sviluppate dagli studi di genere, le quali mi portano a creare un ambiente di lavoro attento ed accogliente nei confronti delle differenze. Ritengo necessario, nel lavoro clinico, scardinare e mettere in discussioni stereotipi e pregiudizi che la cultura ci ha lasciato in eredità per poter orientarsi in un mondo in costante evoluzione.


Ho lavorato in Cile in programmi di violenza intrafamiliare e nella professione privata, seguendo sia famiglie (con un gruppo interdisciplinare), che a adult* e adolescent* individualmente. Penso che la psicoterapia sia il frutto di un lavoro collettivo e che non possa prescindere dal contesto sociale in cui ci si trova.
Sono cilena e mi identifico con il pronome lei. Ho deciso di continuare i miei studi, iscrivendosi al corso di comunicazione Interculturale, per avere un approccio interdisciplinare, in cui possano trovare spazio tanto la sociologia quanto l’antropologia.
Sono convinta che ogni azione quotidiana ha un senso politico e quindi che tematiche come studi di genere, anarchia relazionale, migrazione e antispecismo debbano sempre trovare spazio nella conversazione.

AREA CLINICA
Mi sono laureata in Psicologia Clinica presso l’Università di Urbino.
Al di là della dimensione più strettamente istituzionale, nel corso della mia formazione personale e professionale ho avuto modo di confrontarmi con vari contesti e ambiti: dalla studi di genere, alle tematiche poliamore e non monogamie etiche, alle pratiche di livello individuale, di coppia e di gruppo a Bologna ed on line.
ANCORA SU DI ME
Ciò che più mi muove è la curiosità e la cura per i tanti e diversi modi in cui ogni persona si situa nel mondo con le proprie emozioni, desideri, bisogni e sulla base di questo costruire insieme un percorso per dare spazio e valore a tutte le sfumature di sé; dove questo situarsi, questo “abitare lo spazio” non è qualcosa di statico e immutabile ma un movimento dinamico e in continua trasformazione, che ha radici e rami sia in una storia individuale sia in un discorso collettivo.

Descrivo il mio approccio come sensibile alle diversità di genere, sessuali e relazionali (GSRD). È da sempre stata fondamentale per me il posizionamento come attivista nelle mie attività di ricerca e nella pratica clinica. Ho compiuto percorsi professionalizzanti per il lavoro con persone lgbtqia+ vittime di traumi relazionali e collettivi, integrando sempre più pratiche di cura mirate a favorire l’acquisizione di un maggiore senso di sicurezza nello stare al mondo. Oggi mi rivolgo in particolare alle persone appartenenti a popolazioni marginalizzate, in particolare persone trans binarie e non binarie, gender expansive, questioning, retransizionanti.
Sono originariə di un piccolo centro dell’Italia meridionale, per gli studi universitari mi sono traferitə nella città metropolitana di Roma, dove attualmente risiedo. Credo nella responsabilità che lɜ professionistɜ della salute mentale hanno di promuovere il benessere dell’essere umano e della società stessa in cui esso vive. Attraverso la relazione terapeutica, penso che la persona possa rivelarsi e scoprire nuovi modi di “essere” con sé stessə e lɜ altrɜ.

Formazione
Mi sono laureata al DAMS all’Università di Bologna (2013) con una tesi finale in Psicologia dell’Arte. Ho approfondito la mia formazione in ambito artistico a Firenze presso la Scuola Internazionale di Fotografia (2015) e qualche anno dopo ho proseguito gli studi all’Universidad de Chile, dove mi sono specializzata in Arteterapia (2021).
Attualmente sto approfondendo la mia formazione in Arte e Genere – a distanza- in Spagna.
Mi schiero dalla parte dell’Artivismo perché sono convinta che la libera espressione artistica permetta di sfidare le norme sociali per amplificare le voci emarginate e stimolare il cambiamento.
Professione
Lo spazio arteterapeutico offre la possibilità di dare forma alla propria storia e tingerla con creatività, senza dover performare o rientrare in un canone estetico prestabilito.
Lavorare come arteterapeuta incorporando uno sguardo di genere implica tenere sempre in considerazione la struttura della società in cui viviamo, i suoi privilegi e le sue oppressioni; le esperienze vissute in una società patriarcale causano enormi danni e le terapie espressive rappresentano una risorsa per comunicare idee ed emozioni e rielaborarle.
Le persone con cui lavoro sono prevalentemente adulte o adolescent* che -in base alle loro necessità- decidono se intraprendere un percorso individuale o di gruppo.
